Il  COSPES  BONVESIN

nella sede dell’Istituto Maria Ausiliatrice nasce nel 1967 svolgendo l’attività educativa di

orientamento e consulenza psicopedagogica 

su vasta area territoriale presso scuole statali e paritarie e in sede, offrendo percorsi e progetti che si rivolgono in maniera privilegiata a studenti  delle scuole secondarie di primo e secondo grado.

..mi conosco e mi progetto

INCONTRI DI ORIENTAMENTO  

per gli alunni delle scuole secondarie presso le scuole statali e paritarie e in sede verso la scelta della scuola superiore e dei percorsi universitari.

GLI INCONTRI

 condotti attraverso test cognitivi e attitudinali, questionari di interesse e di personalità e colloquio individuale tendono a far emergere importanti fattori orientativi rispetto alla consapevolezza di sé e alle scelte progettuali e all’acquisizione di adeguate metodologie di apprendimento.

 

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ORIENTAMENTO

“   Mi conosco per orientarmi “

è l’impegno sintesi del progetto,  per aiutare i preadolescenti in una tappa importante di maturazione alla identificazione e progettazione di sé.

           “ I rischi per me, e per tanti miei compagni di terza media, sono specialmente questi tre:

  • Se da piccolo sognavo così, continuo a vivere nell’immaginario infantile senza fare la fatica di aprirmi al confronto e alla ricerca.  Lo so: è come mettere il paraocchi e andare avanti come  fanno i cavalli !
  • Andrò nella scuola dove vanno tanti altri miei amici ! Eh sì, lo so, è la scelta del “clonato”, della “pecora dolly” ….   Ma ho tanta paura di essere da solo in una scuola nuova !
  • Non vorrei un domani trovarmi in una situazione in cui i miei genitori non mi avevano proiettato.

allora è meglio essere un  “pacchetto postale”  e farmi spedire e iscrivere a una scuola da loro, come vogliono loro ! “

“ Per evitare ai ragazzi di incorrere in tali rischi, si applica il Progetto  orientativo in molte Scuole Statali e Paritarie, e altre centinaia di famiglie  ricorrono privatamente al servizio orientativo del COSPESBONV , impegnando i ragazzi in tre tappe di lavoro e di riflessione, con metodologie personalizzate .Oggi un gruppo di ragazzi che vengono al COSPESBONV per scelta privata, stanno riflettendo sui risultati del   “  Questionario auto valutativo “.

“ Sono arrivato a questa giornata conclusiva di orientamento, mediante i precedenti colloqui, insieme ai miei genitori,  sui risultati dei Test  e dei Questionari svolti tra ottobre e dicembre.  

   Ho preso maggior consapevolezza delle mie attitudini, stili cognitivi, aree di interesse, stili di vita.

Sulle basi di questa mia identità sto proiettando in modo più coerente un abbozzo del mio progetto di vita.  

   I questionari che ci coinvolgono oggi sono preziosi.

 Mediante questi interrogativi con i quali mi sto confrontando, faccio chiarezza sulle modalità di Organizzazione e di Metodo di Studio.  Percepisco meglio  anche alcuni tratti della  personalità,  mia e di chi mi circonda ed entra in contatto con me,  e riesco a riconoscere  eventuali fattori ansiogeni che potrebbero interferire  sul mio futuro percorso scolastico e personale e nei miei rapporti con gli altri.

   Rifletto sul valore della personalità umana che si sta costruendo in relazione fondamentale sul valore del proprio corpo, sul valore delle relazioni umane, sui valori che danno senso alla vita e all’impegno sociale.

     Riconosco che questi incontri mi sono stati preziosi.  E  quando sarò in quinta superiore potrò ancora avvalermi del servizio  COSPESBONV  per le ulteriori scelte universitarie e professionali. “

L’INTERVISTA

L’intervista alla nostra consulente di Orientamento

 

Ma che significa orientare ?

Abbiamo intervistato la nostra Consulente di Orientamento  del  COSPES Bonvesin  di Milano,  che ci ha seguiti per tre anni.

Ma che cosa significa fare orientamento?

“Mi conosco”  e  “mi progetto” : sono le due “chiavi” dell’orientamento.  La scelta del percorso scolastico dopo la terza secondaria inferiore è paragonabile alla scelta di  un “mezzo di trasporto” da individuare in base ai propri gusti e a una meta da raggiungere. Bisogna partire dalla coscienza di sé, dalla consapevolezza delle proprie tendenze, attitudini, capacità, stili cognitivi, interessi. Bisogna aprire i propri orizzonti al di là delle ristrette conoscenze delle professioni esercitate nella  cerchia familiare. Bisogna liberarsi dalle pressioni più o meno consapevolmente esercitate in famiglia, e soprattutto dalle suggestioni che i compagni  più influenti esercitano nel gruppo dei pari. Bisogna essere già un po’ esercitati alla dinamica delle scelte in molte circostanze della propria esistenza, perché ogni volta che ci troviamo in situazione di scegliere tra diverse opportunità e lo facciamo in riferimento alla nostra realizzazione personale, impariamo a strutturare i tasselli del nostro progetto di vita.

 

In genere i ragazzi seguono il consiglio orientativo? Nel caso non lo seguano, per quali motivi principalmente?

Esprimere un consiglio orientativo è compito del Consiglio di Classe. I consulenti del Centro di Orientamento hanno il compito di evidenziare nel Consiglio di Classe le attitudini e gli interessi analizzati lungo il percorso orientativo mediante stimoli mirati alla conoscenza di sé: prove oggettive, test, questionari, che consentono di elaborare il profilo psicoattitudinale e progettuale di ogni ragazzo e ragazza.  In questo modo collaborano con i Consigli di Classe ad esprimere un consiglio che collimi con la scelta maturata dai ragazzi.  Compito dell’attività orientativa non è sostituire il ragazzo nel suo impegno decisionale, ma aiutarlo ad assumere consapevolezza di sé e della natura dei percorsi scolastici e professionali. per la propria realizzazione personale. ll consiglio orientativo non  dovrà mai essere inteso come un imperativo da parte dei docenti.

Ed è compito dell’orientatore spiegare al ragazzo i motivi che hanno guidato i docenti a formulare un certo consiglio: la conoscenze delle sua potenzialità e capacità realizzate, le inclinazioni nelle diverse discipline scolastiche, le predisposizioni riscontrate nelle attività didattiche e relazionali.

Se il  fatto di “seguire il consiglio orientativo” dovesse collimare con un atteggiamento passivo e inconsapevole non realizzerebbe lo scopo dell’orientamento.

Ma se l’atteggiamento adolescenziale del ragazzo dovesse opporsi per controdipendenza al fatto di ascoltare un “consiglio” dal mondo adulto, è compito dell’orientatore affiancarlo nell’autodefinizione di sé e dei propri progetti, accogliendo tutto il rischio di una scelta che potrebbe rivelarsi meno adeguata.

 

Di quali componenti tiene in particolare conto per esprimere un giudizio orientativo?

Certamente in primo luogo, come si è detto, delle caratteristiche personali: attitudinali, temperamentali, progettuali.  Sono molto utili le considerazioni espresse dalla famiglia riguardo alle caratteristiche del ragazzo, alle sue aspirazioni, ai suoi stili di vita, alle sue esperienze di tempo libero, e anche riguardo alle proprie attese di genitori.  E’ utile tenere presente che il ragazzo si trova al centro di un “triangolo educativo” costituito dalla famiglia, dai docenti, dal tessuto relazionale. La funzione dell’orientatore dovrebbe essere di “catalizzatore” nell’aiutare il ragazzo ad esprimere la propria identità all’interno di questa triade di rapporti educativi.

 

Per alcuni ragazzi evidenzia che sono dotati di notevoli potenzialità, ma impazienti nelle difficoltà. Che significa?

Teniamo innanzitutto presente che le potenzialità di un ragazzo si esprimono in tante direzioni della propria esistenza, e non possono essere  riconducibili solo all’apprendimento scolastico culturale. L’inadeguata attuazione delle potenzialità non è causata semplicemente da impazienza nelle difficoltà. Ci si inoltra piuttosto in un tema molto ampio che può riguardare una vasta gamma di motivazioni all’apprendimento connesse con i propri gusti e interessi, con le relazioni con i docenti e con i compagni, con una più o meno matura percezione di sé, con problemi di autostima, di autorealizzazione, con esperienze remote più o meno traumatiche…. Può spesso essere connessa con stili cognitivi non ancora ben coscientizzati  dal ragazzo, e che possono favorire o svantaggiare certe aree di apprendimento, ed è perciò tra gli interventi più significativi  nel percorso orientativo  aiutare ogni ragazzo ad acquisire adeguati  metodi di studio e di apprendimento, a partire dai propri stili cognitivi.  Molto spesso nella prima adolescenza si devono tenere presenti le pulsioni dello sviluppo, che determinano periodi di notevole difficoltà di concentrazione, di costanza d’impegno, e l’apertura ad interessi emotivi, affettivi, relazionali che lo possono rendere discontinuo nell’applicazione scolastica.

 

Secondo la sua esperienza i  ragazzi di oggi sono più sicuri nelle aree matematiche  o in quelle verbali?

Non ritengo che si tratti di  una questione di sicurezza, ma piuttosto di interesse. Non mi baso su rilevazioni statistiche, ma constato maggiore simpatia nei ragazzi per le aree matematiche tecnologiche, e nelle ragazze per le aree umanistiche linguistiche e relazionali. Prove oggettive in queste due aree denotano una costanza statistica da circa trent’anni.

 

Trova difficile quando deve suggerire un giudizio orientativo non condiviso dall’alunno e dalla famiglia?

Già il termine “giudizio” esprime il motivo per cui si formula un certo “consiglio” orientativo. Ed è proprio in questi termini che si stabilisce il colloquio con la famiglia e con il ragazzo: rilevare il “perché”, leggere dei dati, delle risposte ai questionari, delle motivazioni più o meno esplicite…. Impostato così il colloquio, è assolutamente rara la tensione del dissenso. A volte ci sono da capire certe dinamiche un po’ estranee alla condivisione di una scelta.

 

Da quanti anni esercita questa professione?

E’ una attività iniziata dai tempi della laurea e della specialità, esercitata durante gli anni dell’insegnamento, e diventata  esclusiva da oltre trent’anni. Non ho ancora finito di appassionarmi ai ragazzi e di  crearmi strumenti  per aiutarli a conoscersi e a proiettarsi con gioia nel proprio futuro.

 

Quanti ragazzi segue ogni anno, con la sua equipe,  nelle scuole?

Oltre un migliaio

CINQUANTESIMO

 

BONVESIN  29 settembre 2016

  un “giubileo” :   cinquant’anni

   di attività COSPES nella sede di Bonvesin.

 L’orientamento è parte viva della nostra  tradizione educativa salesiana.

Giovannino Bosco, ragazzetto di undici anni, era stato lui stesso orientato alla vita apostolica da don Calosso che lo aveva interrogato  lungo la strada di Murialdo.  Gli aveva semplicemente detto :   “ Se mi saprai ripetere quattro parole della predica …. “, e stupito dai doni prodigiosi di memoria, comprensione e sensibilità che il ragazzo manifestava, se l’era preso a cuore perché realizzasse la sua vocazione.

Don Bosco stesso nel 1854 aveva “esaminato” Domenico Savio valutando la sua capacità di apprendimento e la sua maturità di giudizio, e aveva concluso:  “C’è buona stoffa ….”,  decidendo di essere il sarto per fare di Domenico un bell’abito per il Signore.

L’orientamento del giovane fa parte di quel contatto profondo del rapporto educativo che lo sostiene nel processo decisionale delle sue scelte di vita.

Oggi la pedagogia orientativa si avvale di metodologie, tecniche e strumenti aggiornati delle scienze umane, della psicologia e della didattica, e nello stile salesiano si avvalora di quello spirito evangelico che impronta la nostra vocazione di Figlie di Maria Ausiliatrice, e punta tutta la nostra vita sulla fiducia e la speranza nel giovane.

29 SETTEMBRE 2016 : nella celebrazione della Santa Messa di Anniversario COSPESBONV, la memoria va a suor Vera Occhiena: con lei si è iniziata l’attività nelle scuole delle tre  ispettorie lombarde.  E poi la memoria riconoscente va a suor Fernanda Ramella e a suor Eugenia Marinoni fondatrici e sostenitrici del Centro di Orientamento nella sede di Bonvesin.

Per molti anni sono state raggiunte tutte le scuole salesiane non solo della Lombardia, mentre il servizio si andava  estendendo ad altre scuole medie e superiori paritarie e statali.

Oggi il Progetto Orientativo COSPES è richiesto, apprezzato,  e inserito legalmente nel Piano dell’Offerta Formativa delle Scuole Secondarie di Primo Grado Statali e Paritarie non salesiane.

Sono inoltre centinaia di famiglie che si rivolgono al Cospes di Bonvesin per gli incontri individuali e in piccoli gruppi, raggiunti da un passa-parola di stima e valorizzazione del servizio rivolto sia ai ragazzi della terza media che per le scelte universitarie e professionali a conclusione del percorso della scuola superiore.

Un  Archivio dei cinquant’anni di attività COSPESBONV:  una miniera certamente preziosa di ricerca scientifica e  di documentazioni, ma soprattutto un’urna preziosa che raccoglie il nome di migliaia di ragazzi e di giovani aiutati nel momento fondamentale della loro crescita adolescenziale, per orientarsi nelle scelte adeguate alle loro attitudini e potenzialità.

Migliaia di vite seminate nella società: questo il significato e il valore educativo di cinquant’anni di attività.

Seminare vita in una società che ho bisogno di giovani che improntino il futuro di potenzialità realizzate, di valori, di bellezza,  di gioia.  Giovani – ci dice Papa Francesco – nei quali “ palpiti l’entusiasmo di fare il bene”.

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